venerdì 30 settembre 2011

TROPPO FORTE

Troppo Forte
Troppo forte è un film del 1986 diretto da Carlo Verdone.

Roma. Oscar Pettinari, chiamato affettuosamente dagli amici Troppo forte, è un giovane della periferia che frequenta Cinecittà e sogna di diventare attore cinematografico nei film d'azione, o almeno di avere dei ruoli da stuntman. Una mattina viene scartato ad un provino da un importante produttore cinematografico americano per il suo aspetto troppo bonario, ma conosce un avvocato decisamente estroso, il conte Giangiacomo Pigna Corelli Inselci. Con l'aiuto di questo strano personaggio, Oscar inscena un incidente in moto per incastrare il produttore che lo aveva scartato al provino, ma destino vuole che alla guida dell'auto che lo "avrebbe" investito non ci sia il produttore, ma Nancy, una giovane e bellissima attrice americana, nonché amante dell'uomo, la quale per questo perderà la parte.
Oscar, dall'animo buono, ospita la ragazza a casa sua, in attesa che giunga a Roma suo marito per riportarla in America. Col tempo tra i due nascerà un'amicizia, mentre il rapporto con l'avvocato porterà a situazioni al limite, tra operazioni chirurgiche superflue ed arringhe inverosimili in tribunale per cercare di vincere la causa. Alla fine Nancy torna negli Stati Uniti, consapevole che quest'esperienza le ha fatto capire che la carriera non è tutto, mentre l'avvocato avrà una (delle tante) crisi di personalità: infatti il sedicente legale non è altro che un mitomane, già calatosi in altri ruoli (docente, ecclesiasta...) e si risveglierà credendosi un insegnante di danza classica. Oscar perde la causa, ma non si da per vinto e presto affronta l'ennesimo provino, stavolta con la consapevolezza di essere il migliore...

CORNETTI ALLA CREMA

Cornetti Alla Crema


Cornetti alla crema è un film del 1981, diretto dal regista Sergio Martino.

Domenico Petruzzelli è un sarto specializzato in abiti talari, e ha appunto per committenti esponenti del clero. Vive in una severa casa -con vista su S.Pietro- insieme alla moglie Elena e al figlio sovrappeso ed imbranato Aristide. Suo migliore amico, nonché inquilino del piano di sopra, è Gabriele Arcangeli, "femminaro" bolognese che cambia una donna al giorno "per scopo terapeutico", ed è da sempre oggetto delle invidie di Domenico, costretto ad una vita familiare triste ed opprimente.
Un giorno, in viaggio a Rovigo per motivi di lavoro, Domenico conosce Marianna, splendida ragazza "in carne" che studia da soprano e che sta fuggendo dall'opprimente fidanzato Ulrico, giocatore di football americano. Dopo averla nascosta, Domenico le dice di chiamarsi Gabriele Arcangeli, di non essere sposato, e di fare la spola tra Bologna e Roma. Anche se uscito non propriamente indenne dalla furia dell'Ulrico, Domenico torna suonato a Roma con la promessa di rivedersi un giorno con Marianna.
Pochi giorni dopo riceve una telefonata di Marianna, che è di passaggio per Roma per una prova canora, e che vuole stare una notte con lui. Per evitare la catastrofe, Domenico si fa prestare la casa da Gabriele e se ne va, fingendo di dover partire per un altro viaggio. In realtà, egli si trasferisce al piano di sopra ed accoglie la ragazza che dà subito sfogo alla sua esuberanza, che però Domenico non avrà modo di "assaporare". Viceversa Gabriele, "sfrattato" da casa sua ed accolto in casa di Domenico, seduce Elena, che per la prima volta in vita sua prova ebbrezza.
L'arrivo di un cardinale e del suo segretario prima, e della madre di Marianna e del terribile Ulrico poi, saranno letali per Domenico: dopo aver "messo in fuga" il porporato a causa di Marianna, dapprima sarà costretto a rivelare la sua identità alla ragazza, poi dovrà scoprire il tradimento di Elena e Gabriele, ed infine dovrà subire l'ira violenta di Ulrico, che lo scaraventa dalla finestra dopo averlo malmenato.
Pochi giorni dopo, ritroviamo Elena, Aristide e Gabriele che portano a spasso Domenico in carrozzella, ingessato e incapace di parlare. Ma basterà che egli veda cantare in televisione Marianna, per riacquistare le forze necessarie e mandare tutti a quel paese.

FEBBRE DA CAVALLO

Febbre da cavallo



Febbre da cavallo è un film italiano del 1976 diretto da Steno ed interpretato da Gigi ProiettiEnrico MontesanoFrancesco De RosaAdolfo CeliCatherine SpaakMario CarotenutoGigi Ballista ed Ennio Antonelli.
Inizialmente il film fu ideato come prodotto di cassetta destinato ad essere dimenticato rapidamente dopo il suo passaggio nelle sale cinematografiche. I molteplici passaggi televisivi della pellicola lo hanno nel tempo rilanciato, fino a farne un cult per appassionati della commedia leggera all'italiana e per frequentatori più o meno assidui di sale scommesse e ippodromi.
Ai confini tra trash e commedia all'italianaSteno ha comunque creato un piacevole ritratto di una categoria di giocatori che, all'epoca del film, non era raro incontrare, ed il film ha certamente il pregio di mantenere la propria freschezza nonostante il passare degli anni.

OCCHI MALOCCHIO PREZZEMOLO E FINOCCHIO

Occhio Malocchio Prezzemolo E Finocchio
Il film è diviso in due episodi, Il pelo della disgrazia e Il mago, incentrati entrambi sul tema dell'occulto. I protagonisti dei due episodi sono rispettivamente Lino Banfi eJohnny Dorelli

AL BAR DELLO SPORT

Al Bar Dello Sport


Al bar dello sport è un film del 1983 diretto da Francesco Massaro e con protagonista Lino Banfi.La commedia è girata e ambientata a Torino nel 1983. Racconta della fortunata vicenda di Lino (Lino Banfi), uno squattrinato immigrato pugliese che però cerca di atteggiarsi come l'avvocato Agnelli. Ospite sgradito della sorella e del cognato, frequenta assiduamente il Bar dello sport, assieme a altri immigrati meridionali e dove lavora la fidanzata Rossana (Mara Venier). Grazie all'intuizione (il "2" in Juventus - Catania) di un muto detto "Parola" (Jerry Calà), giocatore incallito e indebitato, il quale perse la parola giocando a poker, riesce a fare un tredici al Totocalcio da 1 miliardo e 300 milioni di Lire. Lino, lasciato dalla fidanzata che non sa che lui è il vincitore, braccato dagli amici che vorrebbero regali e da un boss mafioso che pretende 130 milioni di Lire di interessi, fugge con il muto verso la Costa Azzurra, alla ricerca del divertimento, nascondendo il denaro nella ruota di scorta. Ma fermandosi aSanremo, Parola si lascia tentare dal gioco e perde tutti i soldi di Lino al casinò. Ma la fortuna è ancora dalla loro parte e alla fine con l'ultima fiche vinceranno tre miliardi di lire e Parola ricomincerà a parlare.

FRACCHIA LA BELVA UMANA

Fracchia La Belva Umana

Il modesto e sfortunato geometra Giandomenico Fracchia lavora come impiegato in una ditta produttrice di merendine al cioccolato. Quotidianamente viene preso come bersaglio di scherzi e ripetute prese in giro da parte dei suoi colleghi, nonché dal direttore, il quale lo considera l'ultimo elemento dell'intera azienda. Causa la sua perfetta somiglianza ad un pericoloso criminale soprannominato Belva Umanaricercato da tutte le forze di Polizia, egli si ritroverà ad essere arrestato tre volte in una notte. Nonostante gli venga fornito uno speciale lasciapassare, al fine di non essere più d'intralcio all'attività investigativa, il suo calvario non terminerà creando situazioni comiche, brillanti ed impreviste lungo tutta la durata del film.
Non appena casualmente la vera Belva Umana verrà infatti in contatto con lo sfortunato malcapitato, riconoscerà immediatamente la fortuita copertura che può invece offrirgli come sosia, nonostante lo reputi un "imbranato"; egli comunque sottrarrà l'importantissimo foglio per tentar di continuare indisturbato la sua attività illecita. In alcuni casi, però, è Fracchia a dover uscire e sostituirlo portando con sé tale documento, come quando verrà costretto ad incontrare prima gli uomini arruolati dal criminale per una rapina in banca, e poi la sua madre terribile di origini siciliane. Dopo ripetute scene rocambolesche nonché inseguimenti vari entrambi verranno uccisi (il primo dai carabinieri, il secondo dalla polizia) e si ritroveranno nell'aldilà dove gli verrà nuovamente richiesto di esibire l'originario e tanto prezioso lasciapassare. Avendo precedementemente sostituito l'originale con alcuni fogli di giornale, Fracchia sarà condannato all'inferno per l'eternità al contrario del criminale che sarà accolto con grazia in paradiso.

SAPORE DI MARE




Sapore di mare è un film commedia prodotto in Italia nel 1983, con Jerry Calà,Christian De SicaMarina SumaIsabella Ferrari e Virna Lisi, diretto dal regista Carlo Vanzina.
Si tratta di un film-revival, la cui uscita si inserisce nel contesto di una riscoperta deglianni sessanta (in particolar modo, delle canzoni degli anni '60), che stava sbocciando in quel periodo e che aveva già portato, qualche anno prima, alla realizzazione di alcune raccolte musicali di successo.

UN SACCO BELLO

Un Sacco Bello


Un sacco bello è un film del 1980 diretto e interpretato da Carlo Verdone. Costituisce il fortunato esordio come regista di Verdone.Carlo Verdone interpreta tre personaggi diversi in una Romaferragostana, assolata e deserta. Si comincia con Enzo, irriducibile ragazzo prossimo alla trentina, disperatamente in cerca di compagnia per un "tour del sesso" inPolonia, recando con sé penne a sfera e calze di nylon. Oramai privo di amici liberi, riesce a convincere un complessato e demotivato Sergio. I due partono a bordo di una Fiat Dino nera incrociando senza conoscersi gli altri due personaggi, il mite Leo e lo hippie Ruggero. Appena fuori la città Sergio somatizza le sue insicurezze con un fortissimo malore ed Enzo si trova costretto a far tappa in un ospedale dove intrattiene infermieri e portantini con mirabolanti racconti di sue improbabili avventure, mentre il ricovero di Sergio per calcolosi biliare fa sfumare per sempre ogni progetto.

BOMBER

BOMBER

Bomber è un film del 1982 diretto da Michele Lupo.
Il ruolo di protagonista è affidato all'attore Bud Spencer, affiancato da Jerry Calà
Bud Graziano (Bud Spencer), alias Bomber, vecchia gloria della boxe, lavora ormai su una vecchia barca logorata come capitano. La sua barca è destinata alla demolizione e lui si ritrova senza lavoro e senza un tetto. Incontra sulla sua strada Jerry (Jerry Calà), giovane proprietario di una palestra frequentata da personaggi rocamboleschi, che praticano la boxe con scarsi risultati, salvandolo da loschi figuri che vogliono picchiarlo, rivelando la sua natura di pugile. Jerry lo convince, grazie all'aiuto di sua sorella Susanna (Gegia) e con l'offerta di vitto e alloggio, a trovare un boxeur per un imminente incontro con la palestra di Rosco Dunn, un "sergentone americano" dedito a mille loschi traffici, che vince con l'inganno ed incute paura a chi lo sfida.
Durante una rissa in un locale, Bud nota Giorgio Desideri - in arte Giorgione -, un ragazzo che vive di espedienti ed estraneo allo sport ma dal destro vincente. Dopo un inseguimento pieno di risate, lo convincono e Giorgione diventa un promettente sportivo, nascono le amicizie con tutti i personaggi e Giorgione - nonostante un arbitraggio sfacciatamente a suo sfavore - sconfigge l'atleta degli americani Sam Newman (interpretato da Bobby Rhodes). In seguito alla sconfitta subita, gli scagnozzi di Rosco incendiano la palestra di Jerry. Bomber decide di sfidare Il sergente americano in una divertente gara clandestina di tiro alla fune e vince. Con il denaro conquistato riaprono la palestra "Forti e Tenaci". Successivamente però Rosco Dunn riesce a corrompere Giorgione raccontandogli una versione menzognera dello scontro di boxe tra lui e Bud Graziano (in realtà i suoi scagnozzi fratturarono la mano di Bud il giorno prima dell'incontro). Giorgione perde volontariamente un incontro con un certo Attilio Jacovonie si pone così alle dipendenze di Croupe, il suo socio.
Bud si vendica devastando il locale di Krup e riesce a riportare Giorgione sulla retta via. Desideri sfida Dunn a un incontro di boxe per consentire a Bud Graziano di avere la sua rivincita. Dopo un duro allenamento, la sera dell'incontro gli scagnozzi di Dunn spezzano la mano destra a Giorgione, ripetendo quanto accadde anni prima con Bomber prima che affrontasse il sergente. Nonostante l'infortunio Giorgione riesce a restare in piedi alla prima ripresa. Poi Bomber scopre l'imbroglio e, spedendo l'arbitro fuori dal ring con uno spintone, affronta Rosco Dunn. Con le mani in perfette condizioni stavolta, sostenuto dall'intero palasport, Bud Graziano tempesta di colpi Dunn, e lo sconfigge nettamente (in questa sorta di rivincita del loro primo incontro, vinto con l'inganno dal sergente americano) mandandolo, infine, fuori dal ring dalla terza corda con un bel destro. Bomber ottiene così la meritata rivincita e, braccia spalancate, riceve l'acclamazione del pubblico.

IL FIGLIO DELLO SCEICCO

IL FIGLIO DELLO SCEICCO
Il figlio dello sceicco è un film del 1977 diretto da Bruno Corbucci.

Luigi Panacchioni (Tomas Milian) è un disoccupato trentenne romano (dall'aspetto quasi uguale a Er Monnezza e Nico Giraldi, altri personaggi interpretati da Tomas Milian in quegli anni) che vive con sua madre e non conosce suo padre poiché è nato da una relazione occasionale.
Passa il tempo con altri amici disoccupati e sogna di ottenere una licenza per aprire un distributore di benzina. Suo malgrado si ritrova coinvolto in un intrigo internazionale per l'ottenimento di concessioni petrolifere in un piccolo emirato del Golfo Persico.
In quel Paese diversi gruppi petroliferi si stanno contendendo tali concessioni, appoggiando diverse fazioni della famiglia dello sceicco che regna su quello stato e detiene il controllo del petrolio.
Uno di questi gruppi ritiene che Panacchioni sia figlio naturale dello sceicco e tenta di portarlo a corte per godere della riconoscenza dell'anziano regnante, ancora senza un erede maschio, e surclassare la concorrenza, che però, nel dubbio sulla effettiva relazione di parentela del giovane romano, tenta di eliminarlo in tutti i modi con l'aiuto di ex-agenti della CIA.


LO CHIAMAVANO BULLDOZER

LO CHIAMAVANO BULLDOZER
Bulldozer (Bud Spencer), un ex campione di football americano, si è ritirato da tempo dopo aver scoperto che il mondo dello sport era ormai infestato dalla corruzione. Essendo ora il capitano di una piccola imbarcazione si ritrova bloccato in Versilia, dove un gruppo di ragazzotti locali gli chiede aiuto per vincere la sfida lanciata ai marines di una base del luogo: segnare una meta in una partita di football americano regolare contro la rappresentativa della base. Bulldozer, che ha giurato di non giocare più, deciderà però di allenarli.

PIERINO COLPISCE ANCORA

PIERINO COLPISCE ANCORA


Pierino colpisce ancora è un film italiano del 1982 diretto da Marino Girolami conAlvaro Vitali. È il terzo film della saga di Pierino, seguito di Pierino medico della Saub. Fu seguito nel 1990 da Pierino torna a scuola.

Nel tentativo di passare l'esame di licenza elementare, Pierino si fa dettare il tema (una traccia su Giuseppe Garibaldi) dal nonno tramite collegamento radio. Il segnale viene tuttavia disturbato da una comunicazione della polizia, facendo si che Pierino scrivi e consegni alla commissione un tema che mischia la vita di Garibaldi a quella di un ricercato per spaccio di stupefacenti. L'esito disastroso del successivo esame orale sancirà l'ennesima bocciatura di Pierino, che viene accompagnato dal padre fino aGrosseto dove viene iscritto ad un collegio. Malgrado l'esito disastroso del test d'ingresso, Pierino viene ammesso nell'istituto dove incontrerà alcune vecchie conoscenze (la supplente Rizzi, a cui tenterà invano di dichiarare i propri sentimenti) e avrà a che fare con alcune persone come Enrichetta (la figlia del direttore dell'istituto), che tenterà inutilmente di concupire il ragazzino ed Oronzo, un secchione che sfiderà in un incontro di pugilato.
Dopo un tentativo andato a vuoto, Pierino riesce ad eludere la sorveglianza del custode Francesco fuggendo dall'istituto: mentre cerca di tornare a Roma mediante autostopviene caricato su di una volante dei carabinieri e riportato a casa dal padre, ricevendo una pessima accoglienza da parte del vicinato. Ben presto Pierino comincia a girare per la città, facendo scherzi a chiunque (tra cui ad un vigile urbano): il padre, anche al fine di nascondere una relazione extra-coniugale con la cameriera, decide di mandare il figlio a lavorare come commesso in alcuni negozi. Anche in questo caso, le esperienze lavorative di Pierino si riveleranno completamente fallimentari.


SQUADRA ANTIFURTO

SQUADRA ANTIFURTO
Squadra antifurto è un film poliziesco d'azione del 1976 per la regia di Bruno Corbucci

Passato alla squadra antifurto, il maresciallo Giraldi (Tomás Milián) si occupa di criminali che commettono furti in appartamenti o rubano automobili. Tra questi vi è una banda di cui fa parte Tapparella (un ladro poco propenso a confessare le cose, interpretato da Giuseppe Pambieri), Zagaja (un ladro balbettante, interpretato da Vittorio Stagni) e i siciliani Rosario (Salvatore Billia) e Salvatore (Enzo Pulcrano) Trapanese. Compiuto il furto nella villa di uno statunitense (ex agente della CIA), i ladri entrano in possesso di documenti riguardanti un giro di tangenti riguardante alcune personalità importanti degli Stati Uniti (Affare Zebra Point).
Messosi in contatto con degli emissari dello statunitense (Ralf Douglas, interpretato daRobert Webber), Tapparella richiede una somma di denaro per la riconsegna del libretto: viene ucciso. L'omicidio del Zagaja mette in allarme il maresciallo Giraldi, il quale intuisce che Douglas era stato derubato di qualcosa di importante: per appurare ciò vengono pedinati i fratelli Trapanese che nel frattempo si sono messi in contatto con gli emissari di Douglas. Il tentativo fallisce (i due ladri vengono uccisi), ma un emissario di Douglas lascia una traccia: grazie a quella Giraldi vola a New York dove, rintracciato Douglas, lo fa arrestare.

DELITTO AL BLUE GAY

DELITTO AL BLUE GAY

Delitto al Blue Gay è un film del 1984 diretto da Bruno Corbucci.
Undicesima ed ultima pellicola che vede come protagonista l'ispettore Nico Giraldi, è il risultato di una co-produzione italo-tedesca concretizzatasi con la partecipazione di alcuni attori tedeschi (tra cui Holger Münzer, nel ruolo dell'antagonista del film) e le riprese realizzate a Berlino
Nel corso di uno spettacolo tenutosi al Blue Gay (un cabaret di drag queen del centro di Roma) viene ritrovato morto Lino Sandulli (in arte Nadia), artista del locale. Le indagini vengono affidate all'ispettore Giraldi, il quale inizialmente non accetta per via della nascita della sua seconda figlia, Principessa.
Ben presto però l'ispettore cambia idea, stressato dalla moglie esaurita e dalla figlia che piange tutta la notte. Finge quindi di partire per New York andando in realtà a farsi ospitare a casa di Venticello, il quale lo aiuta nelle indagini fingendosi un travestito. Grazie a questo stratagemma Giraldi inizia a frequentare il Blue Gay riuscendo ad entrare in contatto con la diva del locale, Alfredo Nelli in arte Colomba Lamar. Un pestaggio subito da Venticello ad opera di ignoti tedeschi e le rivelazioni di Colomba indirizzano Giraldi verso Kurt Linder, un regista tedesco presente al Blue Gay durante la serata in cui Nadia è stata uccisa.
Contemporaneamente Trentini viene a scoprire che il padre di Nadia è un noto scienziato atomico coinvolto in un intrigo internazionale: il fatto che Linder sia partito improvvisamente fa ricadere ulteriori sospetti sul regista, al punto che Giraldi viene incaricato di recarsi a Berlino per indagare con la collaborazione della polizia tedesca. Grazie ad alcuni indizi Giraldi riesce ad incastrare Linder (che aveva ucciso Nadia per incarico del KGB, nel timore che potesse scoprire il sequestro del padre, avvenuto perché in possesso di importanti segreti nucleari) e a farlo arrestare alcuni istanti prima che potesse varcare il confine con Berlino Est.

DELITTO IN FORMULA 1

DELITTO IN FORMULA 1
Delitto in Formula Uno è un film del 1984, diretto dal regista Bruno Corbucci
Nell'ambiente delle corse automobilistiche, un pilota perde il controllo della sua auto e va a sbandare, morendo sul colpo. Sembrerebbe un tragico incidente, una fatalità che è normalissima routine nel mondo della Formula 1. L'indagine viene affidata alla Polizia milanese, che non riuscendo a giungere a nulla chiede ausilio alla Questura di Roma. Il Commissario Trentini (Marcello Martana) affida il caso all'ispettore Nico Giraldi (Tomas Milian), reduce da aver sventato una rapina alle Poste Centrali. Nico, dopo aver interrogato tutti i sospettati, si infiltra usando vari travestimenti nell'ambiente delle gare automobilistiche, anche aiutato dall'ormai inseparabile Venticello (Bombolo). Intanto suo cognato Fabrizio (interpretato da Sergio Di Pinto), desta sempre più la preoccupazione di Angela (Olimpia Di Nardo), la quale, preoccupata per lo stile di vita al di sopra delle possibilità del fratello, chiede a Nico di aiutarlo. La sera stessa Fabrizio, dopo aver rubato una macchina e portata ad un carrozziere compiacente, trova dentro al bagagliaio un cadavere. Fabrizio corre a casa del nostro protagonista per chiedergli consiglio riguardo al ritrovamento della salma. Per difendere il cognato Nico inventa una storia plausibile per l'integerrimo giudice La Bella (Enzo Garinei), titolare dell'indagine sul cadavere ritrovato nella macchina. Deciso a fare chiarezza sull'assassinio, il temuto giudice inizia ad indagare sul passato di Nico, e dopo tante ricerche scopre la verità sulle modalità del ritrovamento del corpo nella Mercedes. Per Nico iniziano i guai: viene sospeso dal corpo e tutto sembra andargli storto. Riuscirà a scoprire chi si nasconde dietro questo delitto e perché?

LA BANDA DEL GOBBO

La Banda Del Gobbo

La banda del gobbo è un film del 1977, diretto da Umberto Lenzi.
Vincenzo Marazzi, detto Il Gobbo, è un famigerato delinquente romano. Ha un fratello gemello, Sergio Marazzi, detto Er Monnezza, che lo idolatra, ma che lui tiene a distanza. Rientrato in Italia dopo un periodo di latitanza in Corsica, organizza una rapinaad un furgone portavalori, ma durante lo svolgimento della stessa i suoi complici lo tradiscono e tentano di ucciderlo, fallendo. Inizia così la terribile vendetta del criminale, ostacolata solo in parte dal commissario Sarti.
Con questo film Umberto Lenzi e Tomas Milian resuscitano il Gobbo, personaggio già presente nel precedente Roma a mano armata e qui promosso protagonista, con due piccoli cambiamenti: il cognome - non più Vincenzo Moretto ma Vincenzo Marazzi - e lagobba, che si sposta da sinistra a destra. Il personaggio è sempre interpretato da Tomas Milian, che qui si sdoppia interpretando anche il fratello gemello del Gobbo, Er Monnezza.


BIANCO ROSSO E VERDONE

Bianco Rosso e Verdone
Bianco, rosso e Verdone è il secondo film - articolato in tre episodi - diretto ed interpretato da Carlo Verdone nel 1981.
Periodo d'elezioni. Tre uomini, Mimmo, Furio e Pasquale, intraprendono ognuno un viaggio per recarsi a votare nella città dove hanno la residenza. Mimmo, un imbranato ragazzone, accompagna la nonna che per via della sua età é sempre fonte di preoccupazioni per il nipote. Furio un pignolo e logorroico capofamiglia di Torino, organizza i minimi dettagli del viaggio ma poi vedrà la moglie, esasperata, andarsene con un altro. Infine Pasquale, emigrato di Matera in Germania, con una moglie tedesca che non sa cucinare, non vede l'ora di rientrare nel suo paese se non altro per mangiare decentemente, non dirà una parola per tutto il viaggio, facendosi capire a gesti, tranne che alla fine, dove esasperato dalle "furberie" degli italiani si lascerà andare in un "liberatorio" sfogo finale...

ZUCCHERO MIELE E PEPRONCINO

Zucchero Miele E Peperoncino
Zucchero, miele e peperoncino è un film del 1980 diretto da Sergio Martino, sceneggiato da Castellano e Pipolo ed interpretato da uno stuolo di caratteristi e primedonne della commedia all'italiana.

 film, ambientato a Roma, si articola in tre episodi comici, nei quali i protagonisti raccontano ad un tribunale le loro vicissitudini.
Nel primo episodio Lino Banfi, alias Valerio Milanese, è un pugliese che a causa di uno scambio di fotografie viene scambiato per Matteo Pugliese, un pericoloso assassino. Una giornalista molto sexy (Edwige Fenech) convinta di aver messo le mani sullo scoop della sua carriera, finisce per peggiorare la posizione del malcapitato Milanese, di cognome, ma pugliese di origini..
Nel secondo Pippo Franco è Giuseppe Mazzarelli, un laureato che impossibilitato a trovare un lavoro si finge una domestica e lavora in una casa dove il proprietario, Duilio Mencacci (Glauco Onorato), è un manesco macellaio e sua moglie Mara (Dagmar Lassander) una donna infelice e maltrattata da quest'ultimo. Mara una volta scoperta l'identità di Giuseppe decide di portarselo a letto la cui cosa comporta un finale quanto mai inaspettato...
Nell'ultimo episodio Renato Pozzetto che interpreta Plinio Carlozzi, è un tassista coinvolto in un rapimento a "fin di matrimonio" da un clan di siciliani. Alla fine Plinio riuscirà ad evitare il matrimonio forzato che la ragazza di nome Rosalia (Patrizia Garganese) non accettava, la quale si mostrerà grata nei suoi confronti al punto di sposarlo.